EFA studio di architettura

Città
Architettura Tecnologia

Il progetto e la costruzione della città sana

Emilio Faroldi
Edizioni Unicopli
Milano
2000

ABSTRACT
La città termale, luogo di cura ma anche di eventi ludici e spettacolari, assume nel panorama urbanistico occidentale un ruolo del tutto particolare per quel carattere di “città di fondazione” che le è proprio, riconoscibile in un linguaggio architettonico che, una volta tramontato, ha accompagnato la sua crisi di identità oggi non ancora risolta. La storia delle città è sempre più storia di città, indagini cioè di diversi e singoli casi attraverso narrazioni peculiari che rintracciano i segni dell’origine, dello sviluppo, della trasformazione o decadenza, dei processi in atto, per poi proiettarne futuri esiti attraverso nuovi progetti economici, sociali e ambientali, in uno scenario in rapida e mutevole trasformazione. Una concezione della storia della città non più statica accompagna oggi un progetto urbanistico e architettonico che voglia confrontarsi dialetticamente con le trasformazioni in atto e proporre ipotesi di intervento sostenibili e adeguate alle nuove domande di qualità ambientale, funzionale, tecnologica e anche estetica, in un quadro di compatibilità economiche e gestionali. Un simile atteggiamento esige il superamento di approcci meccanicistici e scalari, dal piano al progetto, dall’urbanistica all’architettura, dalla composizione alla tecnologia, dalla politica alla gestione, utilizzando diverse metodologie che consentano la prefigurazione di ipotesi multiscalari e multidisciplinari, con l’utilizzo di nuove conoscenze per simulazioni progettuali più articolate e attendibili. Gli insediamenti di Salsomaggiore Terme e Tabiano Bagni, assunti come contesto di indagine, di analisi e proposte progettuali, si prestano paradigmaticamente a evidenziare il rapporto che intercorre tra peculiarità di un sito, specificità di azioni trasformative e concettualizzazioni di carattere più generale, nonché applicazioni progettuali. Molteplici ed espliciti appaiono i riferimenti al complesso dibattito sulla crisi della città, intesa in questo caso come città di nuova fondazione dagli originari caratteri in rapida mutazione; un dibattito che si snoda attraverso la crisi della sua identità sociale, dei canoni fruitivi e temporali che connettevano un’idea di salute non disgiunta dal loisir e dalla funzione estetica. Salsomaggiore è apparsa quindi uno stimolante laboratorio per ricostruire nessi, interrogarsi su quanto è stato perduto, sui possibili riscatti, anche sul serrato confronto con la bellezza dei luoghi e delle architetture, nell’assenza di un’incisiva volontà propositiva di pianificatori, urbanisti e architetti contemporanei. Ne emerge un quadro di riferimenti per rilanciare ipotesi e approcci troppo a lungo genericamente invocati ma scarsamente praticati; il concetto di sanità e salubrità dell’ambiente urbano in particolare, la stretta connessione tra progetto urbano e architettonico, una diversa dimensione dell’accoglienza e della residenzialità per il tempo libero e lo svago, la cura del corpo e della mente anche attraverso la percezione delle bellezze dei luoghi, degli ambienti e del paesaggio, e la fruizione degli eventi dello spettacolo e della cultura.